La Commissione europea ha reso note le stime dei principali trend e prospettive delle politiche agricole e commerciali dal 2020 al 2030. Si riportano di seguito i principali risultati relativamente ad alcune tipologie di mercati, tra cui quello dei cereali, del latte e della carne.
Superficie agricola totale
La superficie agricola totale europea dovrebbe ridursi leggermente, principalmente a causa della riduzione della superficie coltivata a cereali e semi oleosi, mentre si prevede un incremento dell’uso di terreni per pascolo, foraggio e colture proteiche. L’area dedicata alla produzione biologica dovrebbe inoltre aumentare e raggiungere il 10 % della superficie agricola totale entro il 2030 (in assenza di misure derivanti dalla riforma della PAC attualmente in fase di negoziato).
Cereali
La produzione totale di cereali nell’UE, grazie all’aumento delle rese, dovrebbe rimanere stabile intorno ai 277 milioni di tonnellate. Nel commercio, la posizione delle esportazioni dell’UE dovrebbe rafforzarsi grazie alla convergenza dei prezzi dell’UE e del mondo e alla vicinanza ai mercati d’importazione, soprattutto nella regione mediterranea e nell’Africa subsahariana.
Zucchero: l’Ue potrebbe diventare esportatore netto
Il calo del consumo umano di zucchero dovrebbe essere sostituito solo parzialmente da edulcoranti non calorici e da un maggiore impiego di isoglucosio negli alimenti trasformati. L’aumento delle esportazioni di zucchero per i prodotti trasformati dovrebbe limitare il calo del consumo, mentre i prezzi competitivi dovrebbero consentire all’UE di diventare un esportatore netto di zucchero.
Latte: in crescita quello biologico
Gli obiettivi di sostenibilità del latte e di altri prodotti lattiero-caseari potrebbero tradursi in una crescita annua più moderata della produzione lattiera dell’UE (0,6 %). Il settore probabilmente migliorerà ulteriormente le pratiche agricole, concentrandosi in particolare sul benessere degli animali attraverso misure volte a prevenire malattie e lesioni.In particolare, la quota della produzione di latte biologico dovrebbe raggiungere il 10 % nel 2030 (3,5 % nel 2018). Si prevede, inoltre, che l’UE rimanga il più grande esportatore mondiale di prodotti lattiero-caseari.
Meno carne e più sostenibile
La sostenibilità della carne assumerà un ruolo di primo piano nei mercati della carne dell’UE, sia tra i produttori che tra i consumatori. A breve termine, la situazione della malattia globale, come le epidemie e il successivo recupero della peste suina africana (ASF) in Asia o l’attuale pandemia COVID-19, causano molta incertezza per quanto riguarda la domanda globale di carne. Poiché i modelli alimentari dei consumatori, le considerazioni sanitarie e le tendenze della convenienza cambiano, il consumo pro capite di carne nell’UE dovrebbe diminuire di 1,1 kg a 67,6 kg entro il 2030. È probabile che le preoccupazioni ambientali, il rischio di ASF e l’evoluzione delle preferenze dei consumatori limitino la produzione di carni suine nell’UE.Si prevede che la domanda dell’UE di carne di pollame crescerà costantemente, poiché i consumatori la considerano un prodotto sano e sostenibile. Si prevede che la produzione di pollame sia l’unica categoria di carne a registrare un incremento, anche in virtù di un trend delle esportazioni che dovrebbero continuare a beneficiare della valorizzazione di tagli specifici disossati.