Dopo oltre tre anni di intenso negoziato istituzionale in sede europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno finalmente raggiunto un accordo politico sulla riforma della politica agricola comune (PAC). La riforma entrerà in vigore dal primo gennaio 2023 e fino a quel momento gli agricoltori europei potranno continuare a beneficiare regolarmente delle risorse dell’Ue sia stanziate dal Quadro Finanziario Pluriennale Europeo per il 2021-2027, sia delle risorse del Next Generation EU. Il quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’UE per il 2021-27 ammonta a 1,21 trilioni di EUR (a prezzi correnti) con ulteriori 808 miliardi di euro provenienti dallo strumento di ripresa dell’UE di nuova generazione. Lo stanziamento totale per la politica agricola comune (PAC) ammonta a 386,6 miliardi di euro, suddivisi tra due fondi (i “due pilastri” della PAC): Il Fondo europeo di garanzia agricola (FEAGA) che ha uno stanziamento di 291,1 miliardi di euro e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) con uno stanziamento totale di 95,5 miliardi di euro. Questi includono 8,1 miliardi di euro dallo strumento di ripresa dell’UE del Next Generation EU per aiutare ad affrontare le sfide poste dalla pandemia di COVID-19. Circa il 30% dei fondi per la ripresa sarà disponibile nel 2021, mentre il restante 70% sarà sbloccato nel 2022.
Tra le principali novità dell’accordo politico sulla riforma della PAC, emergono alcuni aspetti salienti.
Condizionalità sociale: pagamenti solo agli agricoltori in regola con le leggi sul lavoro
In primis, viene introdotto per la prima volta un principio della “condizionalità sociale” in base al quale gli agricoltori dovranno rispettare le norme di diritto sociale e del lavoro per poter ricevere i contributi della PAC.I deputati europei, su questo punto, hanno anche insistito sulla protezione più rigorosa dei diritti dei lavoratori agricoli e convinto il Consiglio a istituire un meccanismo per collegare, al più tardi nel 2025, gli ispettori nazionali del lavoro con gli organismi pagatori della PAC per sanzionare le violazioni delle norme del lavoro dell’UE.
Redistribuzione a favore dei piccoli agricoltori e più sostegno ai giovani
Inoltre, sarà obbligatoria la redistribuzione del sostegno al reddito da parte degli Stati membri nella misura di almeno il 10% dei pagamenti diretti che andrà a vantaggio delle piccole aziende agricole. Infine, il sostegno minimo obbligatorio ai giovani agricoltori (al di sotto dei 40 anni di età) sarà di almeno il 3% delle risorse.
Un piano di sviluppo rurale nazionale
Tra gli altri cambiamenti rilevanti, emerge un nuovo metodo di lavoro poiché sarà compito di ogni Stato membro disegnare un Piano Strategico Nazionale in base al quale si deciderà come spendere le risorse per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, ma con diversi vincoli.Tra questi, emergono le condizionalità ambientali (oggetto del contenzioso tra Stati e Parlamento europeo) necessarie a far integrare la PAC con il Green Deal Europeo e con le strategie sulla biodiversità e “dal produttore al consumatore”.Durante i negoziati, infatti, il Parlamento europeo ha insistito sul rafforzamento delle pratiche obbligatorie per il clima e l’ambiente, la cosiddetta condizionalità, che ogni agricoltore deve applicare per ottenere un sostegno diretto.
Una PAC più “verde”
Gli Stati membri avranno l’obbligo di offrire dei regimi ecologici: si tratta di un nuovo strumento a carattere volontario che premierà gli agricoltori che adotteranno pratiche rispettose del clima e dell’ambiente (agricoltura biologica, agroecologia, difesa fitosanitaria integrata ecc.) e favoriranno il benessere degli animali. Gli Stati membri devono destinare ai regimi ecologici almeno il 25 % dei loro fondi per il sostegno al reddito, per un totale di 48 miliardi di euro dai pagamenti diretti mentre almeno il 35 % dei fondi per lo sviluppo rurale sarà assegnato a impegni agroambientali che promuovono pratiche rispettose dell’ambiente, del clima e del benessere degli animali.
I prossimi passi
La nuova PAC comprende tre regolamenti (regolamento orizzontale, regolamento sui piani strategici e regolamento sull’organizzazione comune dei mercati) e dovrà essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio prima di entrare in vigore.
Dopo l’accordo politico, il testo deve ancora essere perfezionato tecnicamente e giuridicamente. Dovrà poi essere approvato dal Parlamento – prima dalla commissione Agricoltura e poi dall’Assemblea plenaria – e dal Consiglio, per entrare in vigore. Le nuove regole della politica agricola dell’UE dovrebbero essere applicabili a partire dal 1° gennaio 2023.